La rigenerazione del waterfront di Bari deve essere collocata nel quadro più complessivo della ridefinizione di un nuovo modello di sviluppo locale per Città Vecchia in grado di mobilitare risorse endogene (alla scala urbana) ed esogene, locali e sovra locali, nella prospettiva di uno sviluppo economico che sia anche capace di garantire la rigenerazione. Le scelte presentate evidenziano un processo incrementale e continuo ove la dimensione ambientale del progetto sia strettamente intrecciata a quella sociale.
Il nuovo lungomare sarà concepito come un dispositivo territoriale "multifunzionale” in grado di ricucire relazioni con i differenti ecosistemi presenti e di costruirne di nuove. Un progetto ispirato alla metafora del rammendo in cui l’infrastruttura urbana stabilisce: a) un nuovo “equilibrio socio-economico e culturale”; b) un nuovo “modello di convivenza uomo/natura; c) un nuovo “paradigma di governo del territorio”.
Questi tre elementi vengono tradotti con un dispositivo urbano denominato “POP-UP Bari”, che intende promuovere: 1) il progetto come frutto di un processo “bottom-up”, che abbia quindi un approccio di tipo partecipativo e inclusivo: la “casa di tutti i baresi”; 2) la riflessione sul rapporto tra città e mare, una “rigenerazione del waterfront” come luogo economicamente vibrante e inclusivo e capace di generare sapere e innovazione che da questo luogo potranno irradiarsi a tutta la città. In tal senso la cucitura tra città e mare sarà un continuo rapporto osmotico tra acqua e terra, tra l’ecosistema marino e quello antropico; 3) un progetto che si svilupperà ed “evolverà nel tempo” (con uno scenario di sviluppo di 30 anni), avendo come orizzonte un’idea di città sostenibile dagli obiettivi sempre più ambiziosi.